Belotti e Immobile: il grande spettacolo del gol in 90’

Sedetevi in poltrona. E godetevi lo spettacolo rigorosamente “made in Italy”: si prevedono i fuochi d’artificio domenica pomeriggio sui cieli di Torino e il posto migliore per vederli è sicuramente lo stadio Olimpico Grande Torino. Lì andrà in scena l’incontro più elevato e puro dei maestri italiani del gol come il granata Andrea Belotti e il laziale Ciro Immobile. Che si spartiscono lo scettro di re dei bomber nostrani, 5 reti a testa finora, e dall’ultima uscita Azzurra anche l’attacco del commissario tecnico Giampiero Ventura: con effetti immediatamente devastanti, autori dei 3 gol che hanno permesso all’Italia di superare in extremis la Macedonia.

“Siamo dei grandi amici e che goduria giocare insieme in Nazionale”, dicono i due. Rivali solo per 90’. Belotti e Immobile hanno cominciato a frequentarsi l’anno scorso quando giocavano per gli stessi colori e adesso appena possono corrono l’uno dall’altro, con le rispettive mogli: il granata è perfino andato a Milano all’inaugurazione del ristorante gestito dagli Immobile. Un affiatamento che va oltre il campo, anche se è dal rettangolo verde che è cominciato tutto. Con i 4 mesi trascorsi insieme da quando Immobile è tornato a “casa” lo scorso gennaio dopo aver circumnavigato l’Europa, e fallito sia in Germania (a Dortmund) che in Spagna (a Siviglia). E gli 866 minuti giocati in maglia granata che sarebbero potuti essere molti di più, se Ciro non si fosse infortunato lasciando l’altro solo per 6 partite. Quelle giocate però sono state ampiamente sufficienti per capire la grande sintonia che s’è creata fin dall’esordio di Immobile contro il Frosinone: 3 dei 4 gol del Toro sono arrivati proprio dalla premiata ditta. Che di fatto non si è più fermata arrivando a centrare la porta altre 8 volte nelle restanti 13 occasioni.

Potevano essere la coppia del futuro (anche) dei granata, ma Immobile non ha creduto nel progetto di Urbano Cairo, anche se adesso il Toro ha gli stessi punti della Lazio. Domenica, per l’attaccante campano che ha legato la sua esplosione proprio all’anno e mezzo trascorso a Torino, sarà bene rimaner concentrato: per non sbagliare panchina. O maglia.