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In Breve

| 21 febbraio 2017, 07:37

Toro indifendibile. Come il suo tecnico

Squadra molle, senza gioco e con le consuete carenze difensive. Eppure Mihajlovic sostiene che a Roma i suoi non hanno giocato male e Hart ha fatto zero parate...

Toro indifendibile. Come il suo tecnico

AAA cercasi Toro disperatamente. Ma anche un buon oculista per Sinisa Mihajlovic, che dopo il cappotto con cui è tornato indietro dalla sua Roma ha avuto l'ardire di dichiarare che la squadra non ha giocato male e Hart ha fatto zero parate...

Il tecnico granata deve aver visto un'altra partita, oppure al suo posto c'era un sosia in panchina allo stadio Olimpico. Domenica sera la Roma ha fatto quattro golazzi, per dirla alla Altafini, ma ha anche centrato un clamoroso palo e avuto altre quattro-cinque nitide occasioni, sciupate per la troppa voglia di Dzeko di inseguire la gloria personale per migliorare la classifica cannonieri, o per la imprecisione di qualche compagno. L'unico portiere che, al di là del gol subito nel finale, ha fatto da spettatore è stato il numero uno giallorosso, che si è dovuto sporcare i guanti in un paio di uscite e nulla altro. La partita è finita nel giro di diciassette minuti, tale e tanta è stata la superiorità dei padroni di casa, ogni altro discorso è superfluo e offendere l'intelligenza dei tifosi granata e di tutti coloro che hanno visto l'incontro.

Le parole di Mihajlovic sono ormai un disco rotto, un vecchio 45 giri che continua a ripetere, in modo stonato, la stessa strofa all'infinito. I proclami di Europa di inizio stagione sono finiti da tempo nel cassetto, perché se una squadra vive un momento difficile (e in una stagione ci può stare) questo può durare 4 o 5 partite al massimo, non tre mesi. Da dicembre in avanti, in undici partite di campionato il Toro ha vinto solamente due volte: contro il Pescara ultimo in classifica e contro un Genoa in caduta libera, che ha appena esonerato l'allenatore. Di fronte a questi numeri c'è poco da obiettare e molto da lavorare.

La società non è intervenuta a dovere sul mercato di gennaio, ma alla luce di quello che sta facendo la squadra (e il suo allenatore) anche aggiungere un paio di pedine non sarebbe servito a nulla. Le altre viaggiano, il Toro arranca e non sarebbero stati un buon difensore e un Castro o un Donsah a cambiare lo spartito di un gruppo che ha smarrito ogni identità di gioco, che continua a prendere gol tutti allo stesso modo, a presentare in campo giocatori palesemente sovrastimati (Ljajic, Baselli). Cairo avrà anche le sue colpe, al pari di Petrachi, ma questo Toro è qualitativamente il migliore degli ultimi anni. Non valeva il quinto posto che occupava a fine novembre, ma non pensiamo neppure che ci si debba accontentare della metà classifica, perché continuando di questo passo si scivolerà addirittura nella colonna di destra.

Mihajlovic, invece che lamentarsi pubblicamente delle riserve che ha a disposizione (ricordate il proclama prima della trasferta di Napoli a dicembre?), dovrebbe allenarle meglio. Perchè il Lukic visto nelle ultime uscite, che ha scaldato per mesi la panchina, non è certo più scarso di altri titolari. Perché continuare da tempo a parlare della 'lavatrice' di Maxi non aiuta né il giocatore, né il Toro, ripeterlo ancora dopo il gol alla Roma (“ha buttato via un anno”, il senso della colorita espressione) aumenta solo i rimpianti per non aver fatto qualcosa di diverso a inizio stagione. Gasperini si è visto cedere Gagliardini, uno dei due-tre migliori giocatori dell'Atalanta nella prima fase del campionato, eppure la squadra bergamasca non ne ha risentito e oggi è a pari punti con l'Inter, in piena corsa per quell'Europa che ormai il Toro non vede neanche col binocolo.

Ora bisogna salvare la dignità e provare a invertire la rotta, a iniziare dalla prossima trasferta di Firenze. Magari cambiando atteggiamento tattico, rinunciando al fantasma di Ljajic e provare ad aggiungere equilibrio in mezzo al campo. Benassi e Acquah a garantire peso e sostanza, con Lukic e Valdifiori assieme per dare geometrie. E' proprio una bestemmia rinunciare al tridente, almeno in certe occasioni? Poi la fine dell'emergenza infortuni dovrebbe aiutare a migliorare le cose in difesa, magari abbinandosi a una squadra che sappia proteggere meglio la retroguardia. In ogni sport di squadra la prima regola è avere equilibrio e una difesa che non subisce troppo, cosa te ne fai di un ottimo portiere che ha fatto zero parate se poi subisce quattro gol?

Massimo De Marzi

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