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In Breve

| 15 settembre 2017, 17:32

Il Tribunale della Federcalcio chiede due anni e mezzo di squalifica per il presidente della Juventus Andrea Agnelli

L’accusa ha inoltre chiesto due gare a porte chiuse e un'ulteriore partita con la curva Scirea chiusa, oltre a 300 mila euro di ammenda per responsabilità diretta del club nell'ambito della vendita dei biglietti agli ultras

Andrea Agelli (copyright torinosportiva.it)

Andrea Agelli (copyright torinosportiva.it)

Sono pesantissime le richiese formulate dall'accusa del tribunale della Federcalcio a Roma nei confronti del presidente della Juventus Andrea Agnelli.

Il “numero 1 bianconero”, come forse si ricorderà, era stato deferito lo scorso marzo dalla Procura federale per la presunta violazione degli articoli 1 bis (lealtà sportiva) e 12 (rapporti con i tifosi), unitamente a Francesco Calvo (ex direttore commerciale), Alessandro Nicola D'Angelo (security manager del club) e Stefano Merulla (responsabile del ticket office della Juventus).

Dopo la prima seduta, svoltasi lo scorso 26 maggio e sospesa con tanto di rinvio a causa dell'allora imminente finale di Champions League, si è ripartiti dai capi d'accusa formulati dal procuratore federale, Giuseppe Pecoraro. Capi d’accusa secondo i quali Agnelli avrebbe messo a disposizione del tifo organizzato abbonamenti e biglietti in numero superiore al consentito, favorendo così il bagarinaggio e preso parte ad incontri con alcuni ultras, tra cui Rocco Dominello, imputato recentemente condannato dal Tribunale di Torino per legami con la criminalità organizzata in seguito al processo “Alto Piemonte” (in cui non è stato coinvolto, giova ricordarlo, alcun dipendente della società bianconera).

Pecoraro ha chiesto due anni e 6 mesi di squalifica per il presidente della Juve, due gare a porte chiuse per la società e un'ulteriore partita con la curva Scirea chiusa, oltre a 300 mila euro di ammenda per responsabilità diretta del club nell'ambito della vendita dei biglietti agli ultras.

A difendere Andrea Agnelli sono gli avvocati Luigi Chiappero e Franco Coppi. La requisitoria invece, è stata tenuta dal pm Pecoraro coadiuvato da alcuni colleghi.

Stando a fonti federali, la sentenza arriverà con ogni probabilità nei prossimi giorni e non in giornata, come invece sembrava essere ipotizzabile in un primo tempo.

Walter Alberto

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