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In Breve

| 07 novembre 2017, 20:10

Andrea Pirlo dice addio al calcio giocato: ciao Andrea, e grazie di tutto...

A 38 anni il campione italiano dice basta dopo una carriera costellata di vittorie (tante) e di sconfitte (poche, ma cocenti). Quattro le indimenticabili stagioni vissute con la maglia della Juventus.

Andrea Pirlo dice addio al calcio giocato: ciao Andrea, e grazie di tutto...

Nella notte tra domenica e lunedì, Andrea Pirlo ha disputato l'ultima gara della sua carriera. Una carriera costellata di vittorie (tante) e di sconfitte (poche, ma cocenti) che ha lasciato una traccia indelebile nella storia del calcio. Perché sì, possiamo tranquillamente dirlo: Andrea Pirlo è stato uno dei più grandi giocatori di sempre, uno di quelli capaci di andare oltre ogni rivalità calcistica. Brescia, Inter, Reggina, Milan, Juve e Ney York City le squadre in cui ha militato, ma è in particolar modo nel Milan e nella Juventus che il "Maestro" ha scritto le pagine più importanti. Oltre che con la Nazionale, con cui ha vinto un Europeo Under 21 e, soprattutto, il Mondiale 2006.

Nell'estate 2011, quando ormai da campione affermato 32enne la sua parabola pareva aver iniziato la traiettoria discendente (proprio come la sua "maledetta", la punizione che ha fatto ammattire i tanti portieri che l'hanno subìta), ecco il trasferimento alla Juventus che si apprestava a vivere il primo anno con Antonio Conte in panchina. Tante erano le perplessità sul giocatore scaricato senza troppi complimenti dai campioni d'Italia in carica del Milan: finito, bollito, pacco, erano solo alcune delle definizioni che giravano all'epoca sul suo conto. E poi i dubbi di coesistenza con un nuovo allenatore che faceva del 4-2-4 il suo credo, un modulo ritenuto poco adatto alle caratteristiche di Pirlo. Ma si sa, quando si ha a che fare con un fenomeno certi dubbi svaniscono in fretta e così, già dal primo anno in bianconero, Pirlo diventa un perno imprescindibile nel 3-5-2 cucito quasi su misura dal tecnico salentino ed i trionfi non tardano ad arrivare: nei quattro anni di militanza dalle parti dello Juventus Stadium, Pirlo si fregia di ben quattro Scudetti, di una Coppa Italia, di due Supercoppe Italiane e vede chiudersi con la delusione di Berlino la sua relazione d'amore, intenso e ricambiato, con la Vecchia Signora. Le lacrime versate dal numero 21 in quell'Olympiastadion, lo stesso che gli regalò la gioia più grande quando indossava la maglia azzurra, non potranno mai essere dimenticate dal popolo juventino. Quella sera con il Barcellona non solo svanì il sogno Champions, ma si chiuse un'era. Quella del "Maestro", volato in America per concludere in serenità le sue lezioni di calcio.

Allora, per non cadere ancor più nello sconforto, ci piace ricordare Andrea Pirlo per le emozioni che ha regalato con addosso la maglia più amata e allo stesso tempo più odiata d'Italia: ci piace ricordare l'assist a Lichtsteiner nel primo gol in assoluto segnato allo Stadium, ci piace sorridere ripensando al gol decisivo su punizione con la Fiorentina in Europa League; e come dimenticare quello valso la vittoria all'ultimo minuto contro il Genoa in una fredda serata a Marassi? Ma se proprio dobbiamo scegliere un'istantanea per immortalare Andrea Pirlo ed i colori bianconeri, allora la scelta non può che ricadere sul minuto 92.54 del derby Juve-Toro del 30 novembre 2014. Nelle immagini e nella radiocronaca di Francesco Repice per "Tutto il calcio minuto per minuto", il perché di tale scelta. Non ce ne vogliano i nostri lettori di fede granata...

Trilly Campanellino, Mozart, Von Karajan, Maestro. Semplicemente Andrea Pirlo. Ciao Andrea, e grazie di tutto...

Roberto Vassallo

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