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Calcio | 21 novembre 2017, 05:59

Torino: la sindaca Appendino interrogata per tre ore in procura sui fatti di piazza San Carlo

La prima cittadina è entrata negli uffici del procuratore capo Armando Spataro accompagnata dal legale Luigi Chiappero. Si è poi allontanata da un'uscita secondaria

Torino: la sindaca Appendino interrogata per tre ore in procura sui fatti di piazza San Carlo

È durato oltre tre ore l'interrogatorio di Chiara Appendino, che ieri pomeriggio è stata ascoltata in Procura a Torino per l'indagine su piazza San Carlo. La sindaca, ascoltata negli uffici del settimo piano del Procuratore Capo Armando Spataro a partire dalle 16, ha risposto alle domande dei PM.
Ad accompagnare la prima cittadina il suo legale, l'avvocato Luigi Chiappero. La Appendino si è poi allontanata da un'uscita secondaria, ma in una nota ha ribadito di aver "contribuito per quanto a mia conoscenza alla ricostruzione dei fatti, a tutela della mia persona e delle istituzioni che rappresento”.

 

Omicidio e disastro colposi. Sono queste le accusa che la procura di Torino muove nei confronti della sindaca Chiara Appendino.

La prima ipotesi di reato era prevedibile, dopo la morte di Erika Pioletti, la 38enne del Verbano che la sera del 3 giugno venne travolta dalla folla in fuga e ando’ a sbattere violentemente contro un portone. Con Erika rimasero feriti, ma non mortalmente, altre centinaia di tifosi juventini accorsi in piazza per vedere la finale di Champions League.

Il secondo reato per cui è indagata la sindaca, invece, non era scontato. Il disastro colposo, che prevede una pena fino a cinque anni, è previsto dal nostro codice penale per “chiunque cagiona per colpa un incendio o un altro disastro”.

Nell’avviso di garanzia consegnato alla Appendino compaiono, nelle prime pagine, tutti i nomi delle parti lese che sono pronte a costituirsi parti civili. Segue, nell’atto, la contestazione dei reati. Tra gli errori più gravi che avrebbe commesso la sindaca, c’è la questione temporale. Sarebbe passato troppo poco tempo tra l’evento del tre giugno e le prime mosse organizzative del Comune. In sostanza, una settimana. Ma sette giorni sarebbero troppo pochi secondo gli inquirenti per garantire la riuscita, a livello di sicurezza, di un evento così delicato, che attirò in piazza 40mila persone.

In secondo luogo, esistono delle regole per le piazze auliche, per l’accesso e la sosta di mezzi nei dintorni di queste, regole che la sindaca non avrebbe rispettato. La catena di omissioni e sbagli da parte della sindaca e degli altri indagati avrebbe contribuito a determinare un vero e proprio “disastro” nel cuore della città.

R.G.

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