- 04 gennaio 2018, 15:28

Via Mihajlovic, il Toro affida a Mazzarri il compito di andare in Europa (LE FOTO DEL PRIMO ALLENAMENTO)

Contratto fino al 2020 per l’ex allenatore di Napoli e Inter. In arrivo un terzino, un centrocampista e Pazzini come vice Belotti, in partenza Ljajic, pupillo del tecnico esonerato

Walter Mazzarri nella sede granata assieme al ds Gianluca Petrachi (foto tratta da torinofc.it)

Walter Mazzarri nella sede granata assieme al ds Gianluca Petrachi (foto tratta da torinofc.it)

La Juve è stata ancora una volta fatale a Sinisa Mihajlovic. Ventuno mesi fa, dopo aver perso 2-1 contro i bianconeri in campionato, Silvio Berlusconi lo sollevò dall’incarico e scelse Brocchi per traghettare il Milan sino al termine della stagione.

Il k.o. nel derby ha segnato invece la fine dell’avventura del serbo sulla panchina del Toro, anticipando di cinque mesi un divorzio che sarebbe comunque arrivato a giugno, alla naturale scadenza del contratto del tecnico. Urbano Cairo ha deciso di affidare la squadra ad un pilota esperto e capace come Walter Mazzarri. Per l’ex allenatore del Watford contratto fino al 2020, con l’obiettivo di provare a centrare l’Europa già in questa stagione: oggi pomeriggio per lui primo allenamento (a porte chiuse) al Filadelfia. Svanite, quindi, le ipotesi di un tecnico traghettatore (Reja?) che avrebbe dovuto tenere in caldo la panchina fino all’arrivo nella prossima stagione di uno tra Davide Nicola e Giampiero Gasperini.

Il patron granata aveva pensato a Mazzarri già alla fine di ottobre, quando la panchina di Mihajlovic aveva traballato pericolosamente dopo le sconfitte contro Roma e Fiorentina: l’ex tecnico del Napoli, però, aveva chiesto qualche giorno di tempo per pensarci (allettato forse anche dalla possibilità di andare al Milan al posto di Montella), poi la domenica il Toro vinse contro il Cagliari e quella successiva andò ad un passo dallo sbancare San Siro. E questo rimise in sella Mihajlovic.

Stavolta Cairo non ha voluto “correre il rischio” che il serbo si salvasse di nuovo in extremis, battendo magari sabato il Bologna, ha rotto gli indugi e, smentendo quanto aveva dichiarato al “suo” Corriere della Sera non più tardi di tre giorni fa, è andato deciso su Mazzarri. Che, accontentato da un contratto lungo e da qualche garanzia per questo mercato di gennaio, ha accettato la corte del Toro, tornando su una panchina italiana a poco più di tre anni dall’esonero subito all’Inter. Unico neo di un percorso che, in precedenza, aveva visto risultati importanti a Livorno (riportato in serie A dopo quasi mezzo secolo), Reggina (salvata nonostante un handicap di 11 punti), Sampdoria (riportata in Europa) e Napoli, dove ha condotto i partenopei a vincere la Coppa Italia e a qualificarsi per la Champions.

Qui al Toro non troverà il giovane Hamsik, Lavezzi o un fenomeno come Cavani, ma davanti il Toro ha giocatori di qualità: da Belotti a Niang a Iago Falque, al giovane Edera, che con lui potrebbe essere lanciato come esterno di centrocampo. Mazzarri ama il 3-5-2, rispetto al superoffensivo modulo con tre o quatro punte di Mihajlovic: il suo primo compito sarà quello di proteggere meglio una difesa che sembra più forte dello scorso anno, presi i giocatori singolarmente, ma che in questo campionato ha incassato una valanga di gol esattamente come in quello precedente. E al Napoli Mazzarri fece strada avendo Aronica, Campagnaro e Cannavaro jr in difesa, non la BBC della Juve…

Per adottare il sistema di gioco che preferisce il nuovo tecnico, al Toro serve almeno un esterno destro, un centrocampista di qualità e una punta centrale, in grado di far rifiatare Belotti: qui il nome sembra fin troppo facile, perché Pazzini, che già piaceva alla società granata, è stato allenato da Mazzarri ai tempi della Samp. Ma ci sarà anche qualche uscita e viene subito da pensare che, con il nuovo modulo, non ci sarà più spazio per Adem Ljajic, il pupillo di Mihajlovic che appena arrivano i rigori dell’inverno va in letargo o si infortuna ogni due per tre. Una cessione del serbo, magari in Premier League, permetterebbe di avere quel tesoretto che serve per finanziare le altre operazioni.

Il Toro volta pagina: non cambiava in corsa allenatore dai tempi della grottesca staffetta Lerda-Papadopulo-Lerda del marzo 2011 in serie B: oggi l’obiettivo è l’Europa, come aveva ribadito Cairo ai tifosi granata in un videomessaggio pubblicato sul sito ufficiale della società nei giorni delle feste. Per centrarlo ha sacrificato Mihajlovic per non avere tra qualche tempo il rimorso di non aver provato tutte le strade. Con Mazzarri si disegna un progetto a lunga scadenza, perché basta confrontare il suo curriculum con quello di chi lo ha preceduto per capire che adesso finalmente il Toro ha l’allenatore in grado di fargli compiere il sospirato salto di qualità.

Massimo De Marzi

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di TorinOggi.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

SU