- 10 aprile 2018, 19:28

Addio a Sauro Tomà, l'ultimo superstite degli "Invincibili" del Grande Torino

Evitò Superga perché, complice un infortunio, non partì con i compagni per Lisbona. Da allora ha vissuto da sopravvissuto

Immagine tratta da toronews.net

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Da oggi è lassù assieme a capitan Valentino e agli altri amici e compagni del Grande Torino. Sauro Tomà, l'ultimo superstitite della squadra più forte del mondo, l'unico sopravvissuto alla tragedia di Superga del maggio 1949, perché non era salito sull'aereo per Lisbona in quanto infortunato, è scomparso all'età di 92 anni.

Tomà si è spento a Torino, la sua città d'adozione, dopo una lunga malattia. Giocò con la maglia granata dal 1947 al 1950, vincendo due scudetti, dimostrandosi un terzino di buon valore, una riserva che all'occorrenza sapeva sempre farsi trovare pronto, quando uno dei titolarissimi era fuori per infortunio.

Ma allora non c'erano le rose allargate di oggi, non c'erano le sostituzioni, non si giocavano le coppe (e nel dopoguerra neanche la Coppa Italia), per questo Tomà giocò poche volte in quella formidabile squadra. Gli sarebbe toccato di scendere in campo nella famosa partita contro il Benfica, ma un infortunio lo costrinse a non partire per il Portogallo. Pianse a lungo per questa assenza, senza sapere che ciò gli permise di avere salva la vita.

Le lacrime le versò salendo poi sul Colle, andando a riconoscere il poco che restava dei suoi amici dopo il terribile schianto. E ha trascorso tutto il resto della sua vita da sopravvissuto, quasi con il pentimento di essere rimasto vivo rispetto ai suoi compagni piuttosto che con la gioia di poter raccontare di essere stato uno di loro. Chi, come l'estensore di questo articolo, ha avuto la fortuna di conoscerlo, al pari della vedova Maroso e di altri sopravvissuti a quel periodo, ricorda ancora come gli si illuminavano gli occhi ogni volta che lo facevi parlare dei suoi amici, perché per Tomà erano amici, prima che colleghi.

La luce, invece, si spegneva quando gli chiedevi di ricordare Superga. Tante volte, soprattutto negli ultimi anni, complice l'età, non saliva più al Colle. Troppo forte l'emozione, troppo struggente il ricordo: "Dovevo esserci anch'io con loro, avrei dovuto essere con loro anche nella cattiva sorte, non solo nelle vittorie", aveva raccontato in occasione del sessantesimo anniversario della tragedia.

L'anno prossimo saranno 70 anni da quella immane sciagura. Sarebbe stato bello se Tomà avesse potuto raccontare ancora, con la sua voce intrisa di commozione e passione, la storia di quella irripetibile squadra ai giovani d'oggi. Ma Sauro non ha voluto aspettare oltre ed è ritornato assieme agli Invincibili. Ciao campione e buon viaggio.

Massimo De Marzi

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