- 08 giugno 2018, 16:12

Ci ha lasciati Andrea Chiarotti, icona dello sport piemontese e non solo

Il 51enne ex capitano della Nazionale Italiana di para-ice hockey e giocatore della squadra torinese dei Tori Seduti è morto nella notte

Ci ha lasciati Andrea Chiarotti, icona dello sport piemontese e non solo

Anche se da qualche tempo aveva abbandonato il ghiaccio per un ruolo dirigenziale, Andrea Chiarotti lontano dall'hockey proprio non poteva stare. “Ciaz”, così come era soprannominato da amici, compagni di squadra e avversari, si è arreso nella notte al tumore al fegato che lo affliggeva da più di un anno, ma non ha mai smesso di fare ciò che più amava, fino alla fine.

Nato a Torino il 5 dicembre 1966, Chiarotti è una vera e propria icona dell'hockey, a tutti i livelli: dagli inizi nell'HC Valpellice negli anni '80, con cui esordì giovanissimo in prima squadra, fino all'orgoglio di essere portabandiera azzurro alle Paralimpiadi di Sochi 2014 come capitano della Nazionale di para-ice hockey. Nel mezzo, il terribile incidente motociclistico del 1990 che, pur costandogli l'amputazione della gamba destra, non spezzò il suo sogno.

Successivamente, infatti, arrivarono la chiamata come allenatore delle giovanili e vice-allenatore della prima squadra nel Valpellice e, soprattutto, l'opportunità di creare dal nulla il movimento del para-ice hockey in Italia (l'hockey su ghiaccio paralimpico, all'epoca conosciuto come ice-sledge hockey): grazie alla collaborazione di altri volti noti dello sport paralimpico come Francesco Mancuso e Tiziana Nasi, all'epoca presidente del Comitato Organizzatore delle Paralimpiadi di Torino 2006, nacquero la squadra di club dei Tori Seduti, la Nazionale e il Campionato Italiano.

Il palmares di “Ciaz” parla chiaro e dimostra il suo valore come uomo e come atleta: tre Paralimpiadi (con un crescendo dall'8° al 6° posto), cinque Campionati del Mondo (con quattro 6° posti e un 5° posto) e quattro Campionati Europei (con un oro e un argento) disputati con l'Italia; quattro Scudetti vinti con i Tori Seduti. Nel 2017, appese le stecche al chiodo, le sue doti umane gli sono valse la nomina a team leader della Nazionale, che ha seguito a Pyeongchang nel suo miglior risultato di sempre, il 4° posto.

Gregory Leperdi, attuale vice-capitano azzurro e attaccante dei Tori Seduti, con lui ha condiviso l'avventura del para-ice hockey fin dalle origini; ecco il suo ricordo da amico e compagno di squadra: “Mi mancherà tantissimo, dal 2003 è stato mio compagno di stanza e con lui ho condiviso mille avventure come la storica vittoria all'Europeo nel 2011 e le varie qualificazioni alle Paralimpiadi, tra sorrisi e delusioni".

"Da team leader ci aveva seguiti anche a Pyeongchang, assistendo coach Da Rin nei discorsi prima delle partite più significative come la finale per il bronzo contro la Corea del Sud; siamo davvero dispiaciuti di non essere riusciti a regalargli la gioia di una medaglia paralimpica. Oltre che per essere stato il pioniere di questo sport in Italia, mi piace ricordarlo per le sue mitiche barzellette in piemontese con cui era in grado di far ridere anche gli altoatesini che non le capivano”.

I funerali si svolgeranno domani, sabato 9 giugno (ore 16), al Palaghiaccio di Torre Pellice.

Marco Berton

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