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In Breve

| 14 agosto 2018, 16:00

Dal Giro del Monviso al Tour Monviso International Trail (4): 7 giugno 2011, il lungo “sonno” ed il rilancio della Podistica Valle Varaita

Ripercorriamo le pagine storiche che narrano le imprese succedutesi negli anni in questa memorabile e massacrante sfida al Re di Pietra

Dal Giro del Monviso al Tour Monviso International Trail (4): 7 giugno 2011, il lungo “sonno” ed il rilancio della Podistica Valle Varaita

Pur se… fuori provincia, il Monviso resta pur sempre il Monviso, quella piramide visibile da gran parte del Piemonte che domina le Cozie e che incute se non proprio timore quantomeno quel rispetto reverenziale che si deve ai potenti del Mondo. In vista del Tour Monviso International Trail  ripercorriamo – con l’ausilio della Podistica Valle Infernotto - le pagine storiche che narrano le varie puntate delle imprese succedutesi negli anni in questa memorabile e massacrante sfida al Re di Pietra.

Dopo l’esperienza mutilata del 1989 il Giro del Monviso, in versione sportiva, entrò “in sonno” e vi rimase per 22 anni!!! Non ebbe vita facile Valerio Bergerone a trovare un sostituto che prendesse il timone della “sua” creatura.

In attesa di tempi migliori il Monviso divenne protagonista di altre imprese sportive quali il record di salita alla vetta di Dario Viale (al vero realizzato, in sordina, nel 1986) ed il record di salita e discesa realizzato da Paolo Bert nel 2011. Per tutti quegli anni i sentieri del Monviso furono percorsi solo dagli semplici escursionisti, “randonneur” francesi in testa.  Fu anche “teatro”, il Monviso, del triste cerimoniale dell’ampolla d’acqua prelevata annualmente alle sorgenti del Po ignorando, i protagonisti, che l’acqua raccolta discendeva direttamente da una Punta che ha come nome, ironia della sorte, Punta Roma! Segnalo la carenza della geopolitica padana e mi taccio.

Intanto in Valle Varaita nasceva e prosperava una nuova creatura sportiva: La Podistica Valle Varaita coordinata da Giulio Peiracchia che aveva messo il competente sguardo su due gemelli di Rore dal cognome altisonante per lo sport valligiano. Dematteis era, infatti, sinonimo di grandi atleti valvaraitini soprattutto nello sci di fondo. Loro si chiamavano (e si chiamano ancora) Martin e Bernard e contribuirono in modo determinante alla crescita quantitativa e qualitativa della compagine sportiva.

La sera di martedì 7 giugno 2011 a Manta, nel saluzzese, si svolgeva l’ennesima edizione di una particolare manifestazione sportiva a cronometro individuale di Corsa in Montagna. La cronoscalata (con annessa discesa) al Castello. Protagonisti furono proprio i Gemelli Dematteis già assunti oramai agli onori dei podi riservati ai campioni. Ma quella sera la classifica della competizione divenne un fatto secondario: i convenevoli del dopo gara (e forse qualche bicchiere di vino) determinarono l’imminente necessità di allestire, seduta stante, una riunione.

Protagonisti della riunione gli stessi gemelli Dematteis, Matteo Dematteis, Simone Peyracchia, Silvio Barra, Giorgio Pelissero, Paolo Fusta, Daniele Catalin, Carlo Degiovanni e, forse, qualche altro atleta. Ordine del Giorno: far rivi vere il Giro del Monviso!

L’accorato appello veniva in particolare modo dai giovani atleti della Podistica Valle Varaita desiderosi di misurarsi con un’impresa dal sapore mitico. La riunione si concluse con impegno: appuntamento domenica 26 Agosto alle ore 7,00 a Pontechianale per una verifica del tracciato della “futura gara” cercando sentieri alternativi che valorizzassero anche i nuovi Rifugi Bagnour e Alpetto.

Alla data indicata un nutrito gruppo di atleti si ritrovò sulla piazza di Pontechianale: ai protagonisti della serata mantese (con limitate defezioni) si aggiunsero altri atleti ed il gruppo raggiunse la quindicina di partenti. Giornata splendida ed i giovani Valvaraitini scomparvero subito dalla vista dei più “esperti” partecipanti al “numero zero” del progettando nuovo Giro del Monviso. I vari gruppi sperimentarono vie diverse: il semplice “Giro”, il transito al Rifugio Bagnour ed all’Alpetto, il transito al Rifugio Giacoletti con discesa ardita dal Couloir del Porco…qualcuno di corsa (i più giovani) e qualcuno rigorosamente al passo compirono l’“impresa”.

L’avventura si concluse, per i più lenti, alle 19,30 dopo avere percorso chi 40, chi 50 e chi addirittura 57 Km alla ricerca del migliore tracciato. La valutazione finale fu unanime: il Giro del Monviso deve rivivere!

E si…ma chi prenderà il testimone lasciato da Valerio Bergerone 22 anni prima? Lo scopriremo solo vivendo, o meglio, leggendo la prosecuzione del “racconto”.

Walter Alberto

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