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In Breve

| 15 ottobre 2018, 10:10

A Chieri grande festa per i campioni d’Italia del 1976. Pulici e Castellini: “Qualcuno insegni ai giocatori del Toro di oggi cosa significa indossare la maglia granata” (FOTO e VIDEO)

“Sono cambiati i tempi, oggi è tutto diverso, ma noi eravamo innamorati di quella maglia”. Claudio Sala: “Se fossi in campo adesso si parlerebbe di CS7”

A Chieri grande festa per i campioni d’Italia del 1976. Pulici e Castellini: “Qualcuno insegni ai giocatori del Toro di oggi cosa significa indossare la maglia granata” (FOTO e VIDEO)

Ci sono giocatori che sanno fermare il tempo. Che sanno emozionare anche oggi, a oltre quarant’anni di distanza da quello storico scudetto del 1976, nonostante i capelli bianchi e qualche chilo in più. Perché erano grandi uomini, prima che grandi campioni.

Sabato sera è andato in scena la festa del Toro Club Chieri presieduto da Paolo Bertola, all’agriturismo “La Vijà”, in una sala strapiena, e tra le canzoni di giovane Beppe Giampà e quelle dell’eterno Valerio Liboni, tra una portata e l’altra, c’era sempre la fila per un autografo, una foto ricordo, anche solo una stretta di mano per i grandi ex presenti in sala. Applausi e ovazioni per tutti, da Natalino Fossati a Enrico Albrigi a Davide Rosato, figlio dell'indimenticato Roberto (cui è intitolato il Club di Chieri) ma il top si è toccato con i quattro campioni d’Italai del 1976. Beppe Pallavicini, ma soprattutto il Giaguaro Luciano Castellini, il Poeta del Gol Claudio Sala e Paolo Pulici, ancora adesso e per sempre Puliciclone.

Fabrizio Turco e Flavio Pieranni, che a Castellini hanno dedicato di recente un bellissimo libro, hanno fatto parlare a lungo l’ex portiere granata, che ha raccontato senza peli sulla lingua: “Per anni io sono stato incazzato con il Toro, dopo essere stato mandato via, ho pianto per giorni dopo la cessione al Napoli. Noi eravamo innamorati di quella maglia”. Inutile, secondo il Giaguaro, fare paragoni con la leggendaria squadra dei suoi tempi: “Oggi è cambiato tutto, bisogna accettare questa diversità, anche se adesso per diventare un calciatore famoso devi essere findazato con una velina, altrimenti nessuno ti fila, di sicuro noi quella maglia l’abbiamo onorata”. Mentre sul Toro di oggi ha speso parole importanti per il suo erede Sirigu: “L’ho conosciuto ai tempi delle nazionali giovanili, è un ottimo portiere e una persona come si deve. Adesso siamo in buone mani dopo il disastro Hart, che era solo un fenomeno mediatico”.

Claudio Sala è stato l’uomo che con i suoi assist e i suoi palloni con il contagiri ha fatto le fortune dei Gemelli del Gol Pulici e Graziani. Scherzando sul suo nome, qualcuno dice che se giocasse oggi si parlerebbe di CS7, lui che era una ala destra vecchia maniera, indossando il numero 7: “Me lo hanno detto in tanti. Forse oggi guadagnerei di più, ma ho vissuto delle emozioni pazzesche con quel Toro. E la riprova è l’affetto di questa gente ancora oggi, anche a tantissimi anni di distanza”. Il suo auspicio è che finalmente la squadra torni a conquistare l’Europa, dopo anni di proclami mai confermati dai risultati del campo, ma qui è Pulici che interviene: “Oggi manca l’insegnamento, non c’è nessuno dentra la società che sappia insegnare ai giocatori del Toro cosa significa indossare questa maglia”.

Con Pulici puoi parlare di tutto a 360 gradi, da Belotti al Toro di oggi, ma anche di politica e della crisi economica, come lo abbiamo sentito discutere con Beppe Giampà su cosa significava vivere negli Anni Settanta con le Brigate Rosse, il terrorismo, mettendo da parte il pallone e la favolosa squadra di Radice. Sì, questi sono stati grandi campioni, ma soprattutto grandi uomini. Farebbero tanto comodo anche al Torino di oggi, come ambasciatori dei colori granata.

Massimo De Marzi

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