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In Breve

| 07 novembre 2018, 12:02

Toro imbattuto e da Champions in trasferta. Ora bisogna cambiare marcia all’Olimpico

Rispetto all’era Mihajlovic i granata giocano senza timori lontano dalla curva Maratona, ma per centrare l’Europa serve migliorare il rendimento casalingo

Toro imbattuto e da Champions in trasferta. Ora bisogna cambiare marcia all’Olimpico

Rispetto al 2016, al primo anno della gestione Mihajlovic, sembra passato un secolo. Allora il Toro viaggiava forte in casa, ma quando Belotti e compagni si mettevano in viaggio erano dolori. Oggi, dopo undici giornate, la squadra di Mazzarri è ancora imbattuta in trasferta e senza il finale scellerato di Bologna le vittorie sarebbero state tre. Mihajlovic dovette aspettare trenta giornate e il mese di aprile per arrivarci, nel 2017.

Un Belotti ritrovato, capace di segnare in un tempo lo stesso bottino di reti nelle precedenti dieci esibizioni di campionato, ha trascinato i granata ad un successo che nella Marassi blucerchiata in serie A mancava da un quarto di secolo. Quando si ottengono certe vittorie, per giunta così large, significa che si sta costruendo qualcosa di importante.

Il Toro, sul piano del gioco, era piaciuta e molto anche nelle due precedenti uscite, ma senza il canto del Gallo (e complici alcuni svarioni difensivi) non erano arrivate le vittorie. Ora bisogna insistere e dare continuità agli ultimi positivi risultati: sei partite senza sconfitte sono un buon viatico, ma serve vincere di più, soprattutto tra le mura amiche.

Se in trasferta il Toro ha un redimento quasi da Champions, in casa invece ha lasciato già otto punti e vinto appena due volte, contro Spal e Frosinone: per centrare l’obiettivo Europa è all’Olimpico che bisogna cambiare marcia. I prossimi due impegni (sabato contro il Parma e a dicembre contro il Genoa) sono assolutamente alla portata e guai a non fare bottino pieno. In questo momento, in cui la condizione atletica assiste la squadra e si sta completando l’inserimento dei nuovi, bisogna insistere per mettere fieno in cascina il più possibile.

Prima di Natale, infatti, arriverà un trittico complicato, Milan e Sassuolo in trasferta e il derby allo stadio Olimpico: il Toro deve arrivarci avendo rafforzato la classifica, oltre che l’autostima e la convinzione del gruppo. Sirigu è una certezza, Baselli sembra finalmente diventato una mezzala di valore, dopo anni di attese andate deluse, Iago Falque è una certezza. Per il definitivo salto di qualità, visto il positivo rendimento di Meité e Ola Aina e la crescita delle ultime settimane del giovane Djidji, serve che finalmente inizino a fare la differenza i due grandi colpi dell’estate, Soriano e Zaza.

Per entrambi finora non ci sono state molte occasioni, essendo arrivati a campionato già iniziato, ma è anche vero che quando hanno giocato raramente hanno fatto la differenza. Il primo, complice la squalifica di Meité, potrebbe tornare titolare contro il Parma, Zaza stavolta potrebbe giocare più di uno scampolo di partita: un’occasione da non fallire, per riconquistare posizioni nella gerarchie di Mazzarri.

Massimo De Marzi

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