- 20 febbraio 2019, 23:13

Gimenez e Godin puniscono una brutta Juve, all’Allianz servirà l’impresa

L’Atletico domina il secondo tempo: si divora un gol, centra una clamorosa traversa, si vede annullare il gol dell’ex Morata, ma passa due volte nel finale. Allegri tradito da Dybala e da molti dei suoi big: al ritorno servirà la partita perfetta per non dire addio alla Champions già a marzo

Gimenez e Godin puniscono una brutta Juve, all’Allianz servirà l’impresa

La Juve più brutta nella serata più importante. L’Atletico Madrid impartisce una lezione di gioco e di grinta ai bianconeri al Wanda Metropolitano e prenota la qualificazione ai quarti di Champions.

La Signora, che voleva fare le prove generali della finale, che si giocherà in questo stesso stadio a giugno, ha clamorosamente toppato. Dopo un primo tempo incolore, dove aveva comunque fatto qualcosa di più l’Atletico, nella ripresa ha giocato solo e soltanto la formazione spagnola. Diego Costa si è divorato un clamoroso gol, Szczesny e la traversa hanno detto di no a Griezmann, il Var ha reso inutile il gol dell’ex Morata, ma la Juve non è mai uscita dal guscio, impalpabile in mezzo al campo (con l'influenzato Pjanic a lungo in difficoltà prima del cambio), insufficiente sulle fasce e completamente abbandonata da Dybla, che ha giocato 79 minuti di troppo.

Mandzukic ha fatto le cose migliori in fase offensiva, col risultato che Ronaldo è stato lasciato praticamente da solo a gestire la fase offensiva. L’Atletico non ha mai mollato e con due gol in cinque minuti nel finale ha portato a casa il successo, grazie ai guizzi di Gimenez e Godin sugli sviluppi di palla inattiva, complici gli errori della difesa bianconera. Troppo tardi sono arrivati i cambi di Allegri, che adesso ha venti giorni di tempo per resettare e preparare la partita perfetta per il ritorno. Battere 3-0 l’Atletico sarà un’impresa, che la Juve può provare a confezionare mettendosi nelle mani, anzi nei piedi di CR7, l’unico capace di risolvere situazioni così intricate.

Ma all’Allianz, più che pensare di fare tre gol, sarà fondamentale non prenderne, per questo prima di tutto servirà la migliore serata di Chiellini e compagnia. Simeone non avrà gli squalificati Diego Costa e Thomas, ad Allegri mancherà per lo stesso motivo Alex Sandro (oltre a Sami Khedira, sottoposto ieri ad intervento chirurgico, ne avrà per almeno un mese). Ma dopo aver già salutato la Coppa Italia, se la Juve dovesse uscire agli ottavi di Champions la stagione sarebbe una delusione anche in caso di scudetto con punteggio record. Perché l’Europa era l’obiettivo per il quale si era acquistato Ronaldo per fare il salto di qualità.

Cronaca. In un Wanda Metropolitano esaurito e caldissimo, il Cholo Simeone schiera il suo Atletico con il classico 4-4-2, con Griezmann e Diego Costa a comporre il tandem offensivo, mentre l’ex Alvaro Morata parte dalla panchina. Allegri risponde con una Juve schierata con il 4-3-1-2, nel quale il febbricitante Pjanic è regolarmente in campo, con Dybala trequartista al servizio del tandem CR7-Mandzukic. Pronti via e dopo meno di un minuto la Signora (in nero) rischia grosso, per un intervento di Matuidi su Griezmann in piena area. Animi subito surriscaldati, con Diego Costa che rimedia quasi subito un giallo pesante, per il centravanti diffidato niente gara di ritorno all’Allianz Stadium a marzo.

Al 7’ gran punizione di Ronaldo che Oblak manda in corner con una parata decisiva, poco dopo Bonucci manda alto di testa su calcio d’angolo battuto da Pjanic. L’Atletico soffre il possesso palla della Juve in mezzo al campo, tanto che arriva alla conclusione al quarto d’ora solo con un tiro da fuori di Thomas sul quale è attento Szczesny. La formazione di Simeone aumenta però l’intensità dei giri e costringe la Juve a rintanarsi negli ultimi trenta metri per una decina di minuti, anche se non arriva mai a produrre autentiche occasioni da gol. La riscossa bianconera arriva con un colpo di testa appena alto di Mandzukic, poi i colchoneros tornano a ringhiare e al minuto 27 c’è un episodio molto contestato: contrasto tra De Sciglio e Diego Costa, l’arbitro Zwayer prima indica il dischetto del rigore, poi torna indietro sulla decisione, dopo consulto col Var, assegnando la punizione dal limite, sulla quale Griezmann obbliga poi Szczesny alla deviazione in corner.

Al 33’ Dybala prova la conclusione dalla lunga distanza trovando attento Oblak, mentre nel finale del tempo si susseguono gli scontri e le giocate anche ruvide, ma di occasioni neppure l’ombra, mentre anche Thomas rimedia un giallo pesante, che gli farà saltare per squalifica il ritorno. La ripresa inizia subito con una clamorosa occasione per l’Atletico, originata da una clamorosa palla sbagliata da Chiellini a metà campo, con Diego Costa che si invola, inseguito da Bonucci, ma arrivato dentro l’area il centravanti spagnolo colpisce male e spedisce fuori, con Szczesny già a terra rassegnato al peggio. Il portiere polacco è decisivo subito dopo, quando tocca di quel tanto che serve a mandare sulla traversa il morbido pallonetto di Griezmann, mentre sugli sviluppi del corner successivo l’Atletico chiede il rigore per un tocco di braccio di Mandzukic che viene però giudicato involontario.

Al 12’ scocca l’ora dell’ex Morata, che rileva Diego Costa, con la Juve che riesce a risalire la corrente dopo aver sofferto le pene dell’inferno nella parte iniziale del secondo tempo. Vedendo i suoi che non riescono più a spingere a fondo sull’acceleratore, Simone opera anche gli altri due cambi entro la metà della frazione, per cercare di aggiungere freschezza alla manovra dell’Atletico, mentre la prima mossa di Allegri arriva solo dopo 26 minuti, con l’ingresso di al posto di Emre Can al posto di Pjanic. Due minuti prima prima era arrivato il gol dell’Atletico proprio con Morata, il cui colpo di testa aveva fatto secco Szczesny sul cross da sinistra di Felipe Luis, ma il fallo su Chiellini rende tutto inutile, visto che il direttore di gara Zwayer decide di annullare dopo aver consultato il Var.

La Juve però non gioca più, Dybala è un fantasma, Ronaldo è abbandonato al suo destino, Mandzukic fa più il difensore che l’attaccante, il centrocampo soffre e così, dai e dai, alla fine l’Atletico trova il meritato gol del vantaggio, con Gimenez che risolve una lunga mischia sugli sviluppi di un calcio di punizione trovando il varco giusto per superare Szczesny. Solo dopo il gol subito Allegri toglie l’impalpabile Dybala per mettere dentro Bernardeschi, ma ormai la Juve era fuori dalla partita. L’Atletico Madrid insiste, caricato dall’entusiasmo incontenibile del Wanda Metropolitano e, ancora sugli sviluppi di una palla inattiva, trova poco dopo il raddoppio, con una mezza frittata difensiva che consente a Godin di trovare il varco giusto in diagonale, complice un errore di Madzukic.

Allegri toglie anche l’inutile Matuidi per affidarsi a Cancelo, ma la reazione della Juve si ferma al tiro di Bernardeschi, ben servito da Ronaldo, che Oblak alza in corner, poi ci prova ancora senza fortuna CR7 di testa nei minuti di recupero. Al ritorno servirà l’impresa per non dover dire addio alla Champions già a marzo.

Atletico Madrid – Juventus 2-0

ATLETICO MADRID (4-4-2): Oblak; Juanfran, Giménez, Godín, Filipe Luís; Saúl, Thomas (16’ st Lemar), Rodrigo, Koke (21’ st Correa); Griezmann, Diego Costa (12’ st Morata). All. Simeone

JUVENTUS (4-3-1-2): Szczesny; De Sciglio, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Bentancur, Pjanic (26’ st Emre Can), Matuidi (39’ st Cancelo); Dybala (34’ st Bernardeschi); Mandzukic, Cristiano Ronaldo. All. Allegri

Arbitro: Zwayer (Germania)

Reti: st 33’ Gimenez, 38’ Godin

Ammoniti: Diego Costa, Thomas, Alex Sandro, Griezmann

Massimo De Marzi e Roberto Vassallo

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