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In Breve

| 24 maggio 2019, 10:02

Juve, Pjanic tesse le lodi di Allegri: “Ha saputo trasformare ventiquattro calciatori in una squadra”

Il centrocampista bosniaco ripercorre la propria carriera: “Avrei potuto giocare per la nazionale francese ma la Bosnia era il mio sogno”

Juve, Pjanic tesse le lodi di Allegri: “Ha saputo trasformare ventiquattro calciatori in una squadra”

"Allegri sa bene come trasformare ventiquattro calciatori in una squadra". Parole di Miralem Pjanic che nel pomeriggio di ieri, ospite di un evento organizzato allo Stadium da Randstad, ha elogiato Massimiliano Allegri, l’allenatore bianconero che dopo cinque anni di trionfi ha annunciato l'addio a fine campionato.

"Noi giocatori - ha aggiunto l'ex romanista - siamo sempre stati molto bene con Allegri, gli ho sempre fatto i complimenti per come è riuscito a gestire il gruppo” ha aggiunto l'ex Roma, che ha poi ripercorso la propria carriera. "Se avessi voluto avrei potuto giocare per la nazionale francese, ma ho scelto la Bosnia perchè quello da sempre era il mio sogno".

"All'epoca avevo soltanto 18 anni, ero appena passato al Lione dopo aver giocato un anno in prima squadra con il Metz. Incontrai l’allenatore dei blues Domenech, mi disse che era interessato ad avermi in nazionale. Poco prima però mi aveva chiamato la Bosnia, sognavo fin da piccolo di giocare davanti alla mia gente. Nel 2014 quando per la prima volta abbiamo partecipato a un Mondiale è stata una grande soddisfazione".

Pjanic ha parlato anche  proprie caratteristiche tecniche, sottolinenando che per raggiungere certi livelli è prioritario l’aspetto mentale. “Ogni giorno lavoro per essere tra i migliori centrocampisti al mondo, gioco con le mie qualità, non sono il più veloce, non faccio doppi passi, sombreri, dribbling come Douglas Costa. Gioco sempre semplice, uno due tocchi, mi ritrovo in quello. Il talento ci vuole, certamente, ma serve anche altro".

"Ci sono giocatori - ha aggiunto l’ex Roma - che hanno avuto grandi carriere senza possedere piedi straordinari. È la testa che guida tutto, abbiamo talmente tante pressioni che bisogna essere molto forti mentalmente. Cristiano Ronaldo ne è l'esempio, lui è sempre tranquillo, lucido e concentrato. Il cervello - ha aggiunto Pjanic - si allena quando le cose vanno meno bene. Non è facile rialzarsi quando gira tutto storto, è in quei momenti che un calciatore deve essere forte con la testa". 

Pjanic ha appena compiuto 29 anni, ma gioca ad alti livelli da quando ne aveva 17 e il Metz lo lanciò senza pensarci due volte in prima squadra. Da allora il calcio è cambiato, come conferma lo stesso centrocampista. “Oggi serve essere perfetti in tutto, c’è tanta concorrenza, molti vorrebbero giocare in una grande squadra. Velocità e tattica, soprattutto, sono ai massimi livelli. A un ragazzo direi di riposare, mangiare bene. Io all’inizio non lo facevo, ma negli ultimi anni ho cambiato qualcosa, anche perché si gioca ogni tre giorni e per rendere bisogna stare bene sia con la testa che con il fisico".

"Non dimentichiamo che noi calciatori - ha concluso il bosniaco - siamo giudicati costantemente, soprattutto quando si gioca sempre per vincere".

Marco Panzarella

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