- 20 ottobre 2019, 17:02

L’Udinese apre la crisi del Toro

La rete di Okaka nel finale di primo tempo punisce una squadra inguardabile, che ha giocato e creato situazioni solo nel quarto d’ora iniziale della ripresa. Unici a salvarsi Sirigu e Belotti

immagine di repertorio

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Prima si era parlato di incidenti di percorso, ma alla quarta sconfitta nelle ultime sei giornate per il Toro è il caso di parlare di crisi. Certificata dalla meritata sconfitta di Udine, in un pomeriggio d’autunno in cui i granata hanno mostrato tutto il peggio del loro repertorio.

Il gol che ha deciso la sfida di Stefano Okaka prima dell'intervallo ha premiato una squadra che ha giocato di più e meglio in un primo tempo in cui il Torino ha fatto virgola in attacco, non costruendo una sola azione degna di questo nome. La scossa è arrivata in avvio di ripresa, complice la prevedibile ramanzina di Mazzarri e l’ingresso di Zaza, ma la verve granata si è dissolta nel giro di un quarto d’ora, poi più nulla, se si eccettua la solita dose di generosità di capitan Belotti. Senza le parate di Sirigu (e il palo colpito in avvio dai padroni di casa) sarebbe finita ancora peggio. La pochezza della prestazione granata ha ricordato quella di Marassi, il k.o. contro la Samp di fine settembre, che finora era stata l’unica gara in cui l’attacco era rimasto a secco.

Ma giocando come al Friuli (o alla Dacia Arena, come si chiama adesso) il Toro poteva stare anche fino a notte fonda senza trovare il gol. E a nulla sono valsi i cambi di Mazzarri, che nel finale ha persino buttato dentro Millico per una sorta di 4-2-4 che ha prodotto poco o niente. Al Toro manca gioco, qualità in mezzo al campo, rapidità e fantasia sugli esterni, Verdi per adesso è un mistero costato 25 milioni di euro. Se si tolgono Sirigu e Belotti (e forse Nkoulou e Ansaldi, se tornano sui livelli scorsa stagione) non ci sono nella rosa elementi di caratura internazionale. E in parecchio giocatori sembra mancare anche il carattere.

Forse è meglio riporre nel cassetto i sogni di gloria, almeno fino a quando i granata non torneranno a far vedere il calcio che aveva entusiasmato nel girone di ritorno del campionato passato. Sono trascorsi pochi mesi, ma sembra un’eternità. E domenica prossima all’Olimpico arriva un Cagliari in grande spolvero, con tanti giocatori di qualità dalla metà campo in avanti, in grado di sottolineare con la matita rossa tutti gli errori e i difetti di questa squadra, che ha urgente bisogno di ritrovarsi.

Cronaca. Alla Dacia Arena al momento dell’ingresso in campo delle squadre si nota il bello striscione per ricordare i “figli delle stelle” Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i due poliziotti uccisi a Trieste ad inizio ottobre. Formazioni schierate a specchio, con Luca Gotti (sostituto dello squalificato Tudor) che vara un 3-5-2 nel quale Oakaka è il partner di Lasagna, mentre nel Toro la difesa a tre è composta come contro il Napoli dal trio Izzo- Nkoulou-Lyanco, Lukic dirige le operazioni in mezzo al campo, con Verdi a fare coppia in avanti col Gallo Belotti. Pronti via e dopo due minuti Udinese subito ad un passo dal vantaggio, con in clamoroso palo colto da Sema, con Okaka che sbaglia il tap in a porta praticamente sguarnita. Brivido ancora con la conclusione di Jajalo, che costringe Sirigu e una respinta difficile.

Poco dopo proteste udinesi, con Mandragora che segnala un intervento falloso di Lyanco, ma l’arbitro Abisso decide di lasciar proseguire. Il Toro fa una enorme fatica a costruire gioco, dominato in mezzo al campo da un avversario che ha maggiore ritmo e aggressività, nel quarto d’ora finale del primo tempo la formazione di Walter Mazzarri almeno non corre più pericoli ma lascia sostanzialmente inoperoso il portiere Musso, non riuscendo mai ad orchestrare una manovra realmente pericolosa. A pochi istanti dal duplice fischio di Abisso, però, arriva il meritato vantaggio dell’Udinese, con il lungo cross di Sema da sinistra che trova la testa del liberissimo Mandragora, il cui tentativo viene sospinto in fondo al sacco da Okaka, tutto solo ad un passo dal secondo palo.

Dopo la pausa si ripresenta in campo un Toro ben diverso, probabilmente strigliato negli spogliatoi da Mazzarri, di sicuro è una squadra a trazione anteriore, con in campo Zaza al posto di Lukic per un tridente puro chiamato a guidare la riscossa. Il risultato è un’occasione dopo appena un minuto che il Gallo Belotti per poco non trasforma con una gemma nel pareggio, ma la sua rovesciata trova la pronta risposta di Musso. Una punizione invitante viene calciata malissimo da Verdi, mentre solo dopo sei minuti lo speaker dello stadio si accorge del cambio avvenuto nelle fila granata, annunciando l’ingresso di Zaza. Proprio l’ex bianconero si rende pericoloso due volte nel giro di pochi istanti al 12’, ma nella prima circostanza calcia senza troppa convinzione, mentre nella seconda solo un intervento a corpo morto di un difensore evita la capitolazione alla porta friulana.

Subito dopo il quarto d’ora Mazzarri opera la seconda sostituzione, facendo uscire dal campo il fantasma di Verdi per affidarsi a Iago Falque (con il Toro che passa al 4-4-2), mentre nell’Udinese Becao rileva Ter Avest in mezzo al campo, mossa che consente ai friulani di contenere maggiormente l’irruenza delle folate granata. Un tiro a giro di Mandragora non trova la porta di Sirigu al 23’, ma i bianconeri padroni di casa dopo aver sofferto molto in avvio di ripresa col passare dei minuti tornano a menare le danze in mezzo al campo, approfittando di un Torino troppo “lungo”, che non riesce a tenere ritmi alti e a pressare a dovere i portatori di palla avversari. La mossa della disperazione di Mazzarri è l’ingresso del baby Millico, per una sorta di 4-2-4 nelle battute conclusive, chiaro segnale di quanto anche il tecnico non sapesse più che pesci pigliare.

Un rischio di autorete sullo spunto di Iago Falque e una conclusione da fuori del solito generosissimo Belotti sono state le uniche situazioni pericolose creata nel concitato arrembaggio conclusivo dal Toro, ma senza la paratona di Sirigu su De Paul l’Udinese avrebbe persino trovato il 2-0.

Troppo poco e troppo tardi per recriminare su una giusta sconfitta, che fa precpitare i granata nell’anonimato del centroclassifica.

Udinese – Torino 1-0

Udinese (3-5-2): Musso; Opoku, Troost-Ekong, Samir; Ter Avest (18’ st Becao), Mandragora, Jajalo (28’ st Walace), De Paul, Sema; Lasagna (40’ st Nestorovski), Okaka. All. Gotti

Torino (3-5-2): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Lyanco; Ansaldi, Rincon, Baselli, Lukic (1’ st Zaza), Laxalt (38’ st Millico); Belotti, Verdi (17’ st Iago Falque). All. Mazzarri

Arbitro: Abisso di Palermo

Rete: 42’ Okaka

Ammoniti: Lukic, Jajalo, Laxalt, Izzo, Becao, Okaka

Massimo De Marzi

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