- 08 dicembre 2019, 17:17

Zaza e Ansaldi placano la contestazione, seconda vittoria consecutiva per il Toro

Dopo il successo di Marassi, la squadra del fischiatissimo Mazzarri si ripete contro la Fiorentina, cui non basta l’acuto di Caceres nel finale. Granata ad un punto dalla zona Europa League, pur senza incantare

Zaza e Ansaldi placano la contestazione, seconda vittoria consecutiva per il Toro

Nella domenica della contestazione nei confronti della società e di Mazzarri, il Toro vince 2-1 contro la Fiorentina, esattamente come era successo a fine agosto contro il Sassuolo, dopo la sconfitta contro il Wolverhampton nel playoff di Europa Legue e l’esplosione del caso Nkoulou.

Il secondo successo consecutivo, dopo quello di otto giorni prima a Marassi, consente ai granata di risalire all’ottavo posto, a -1 dalla zona Europa e da un Napoli in crisi, a conferma di quanto tutte vadano piano, dopo le migliori della classifica. Non ha incantato il Torino, che però ha avuto il merito di indirizzare la gara con un ottimo primo tempo, con Zaza autore dell’1-0 dopo diversi tentativi a vuoto,  e di saper soffire nella ripresa di fronte al ritorno della Fiorentina, con Ansaldi che in contropiede ha trovato il raddoppio nel momento migliore degli avversari. Nel finale la formazione di Montella ha ridotto le distanze e poi ha sfiorato un pareggio che avrebbe avuto del clamoroso nel recupero, ma alla fine la vittoria granata è stata legittima anche se sofferta.

Gli uomini di Mazzarri non hanno certo incantanto, ma hanno ritrovato quella solidità che tante volte era mancata nelle settimane scorse e una compattezza difensiva simile a quello dello scorso campionato, con Bremer ancora una volta miglior uomo della retroguardia. Certo, in assenza di Belotti l’attacco ha vissuto del solo Zaza, vista l’evanescenza di Berenguer esterno offensivo e l’ennesima prova scilba di un Verdi che finora non ha minimamente giustificato l’esborso di 25 milioni fatto dal presidente Cairo. Se manca Lukic, solo Ansaldi ha qualità in mezzo al campo, ma fino a che Rincon è quello della partita contro la Fiorentina, contro certe avversarie può anche bastare. Chissà se sarà sufficiente anche tra una settimana al Bentengodi, nella sfida dell’ora di pranzo contro il Verona di Juric.  

Cronaca. Dopo la contestazione andata in scena in tarda mattinata all’esterno del Filadelfia, con striscioni di apertura contestazione nei confronti della società e di Mazzarri, l’ambiente è molto particolare anche dentro l’Olimpico. Curva Primavera semivuota in segno di protesta, dopo gli scontri avvenuti nella gara con l’Inter del 23 novembre, tifosi della Fiorentina fuori dal settore ospiti in segno di solidarietà, con sole poche decina di persone presenti, Marata a lungo in silenzio, che poi all’annuncio delle formazioni esterna la sua rabbia soprattutto nei confronti di Mzzarri, riservando timidi applausi solo a Sirigu e pochi altri. ‘Sei nato per essere sempre amato. Auguri Toro!!!’ è lo striscione esposto per celebrare il 113esimo compleanno del Toro, che in assenza di capitan Belotti e del miglior centrocampista, il serbo Lukic, viene ridisegnato da Mazzarri con un 3-4-2-1, dove Berenguer e Verdi sono gli esterni al servizio del rientrante Zaza, di nuovo titolare dopo le ultime recenti esclusioni condite da polemica.

La Fiorentina, in campo con una inedita maglia verde, non recupera Ribery ma ritrova Chiesa, anche se l’attaccante della nazionale non è certamente al meglio della condizione. Accanto a lui il giovane e talentuoso Vlahovic, mentre Castrovilli agisce da rifinitore. Proprio di Castrovilli il primo squillo della gara, ma il suo tentativo da quasi 40 metri non inquadra la porta, ma poi è il Toro a prendere il comando delle operazioni, con un Rincon che domina in mezzo al campo e Ansaldi sempre attivissimo sulla sinistra. La prima occasione vera dei granata è un colpo di testa alto di Zaza su azione d’angolo, mentre Mazzarri è costretto a bruciare quasi subito un cambio per il problema accusato da De Silvestri, che esce accompagnato a braccia da un massaggiatore, con borsa del ghiacchio e tutore sul ginocchio sinistro. Al suo posto entra Ola Aina, poi dal quarto d’ora al minuto 21 la partita diventa quasi un conto aperto tra Zaza e la porta della Fiorentina.

In un paio di situazioni è l’attaccante a non dimostrare la freddezza necessaria, in una occasione il suo tentativo in diagonale viene salvato di piede dall’ottimo Dragowski di piede, fino a che l’ex bianconero trova il meritato gol, per lui e per il Toro, spedendo di testa in fondo al sacco, approfittando di un dosato cross di Ansaldi. La reazione della Fiorentina è assolutamente sterile, tanto che a preoccupare Sirigu è più un ardito retropassaggio di Nkoulou che non i tentativi offensivi della squadra di Montella, mentre Bremer giganteggia in mezzo ala sua area. Il Toro però commette l’errore di non approfittarne, mancando l’occasione di trovare quel 2-0 che avrebbe messo in discesa il prosieguo della gara, Nel finale di tempo Verdi spreca l’occasione, conducendo bene un contropiede tre contro due, ma vanificando poi tutto, con un tentativo di dribbling di troppo, invece che servire Berenguer o Zaza, mentre l’ex bianconero a pochi istanti dal 45’ tenta senza fortuna il pallonetto da metà campo, avendo visto Dragowski fuori dai pali.  

La ripresa vede una Fiorentina in campo con un piglio ben diverso e con l’ingresso di Sottil al posto di Ghezzal la fase offensiva ne guadagna in velocità e pericolosità. Il colpo di testa di Vlahovic a fil di palo e il tentativo alto dell’ex Benassi convincono Mazzarri a togliere Berenguer per afidarsi ai chili e ai centrimetri di Meite in mezzo al campo, ma la partita è girata e il Toro continua a soffire. Sirigu in uscita ‘mura’ Chiesa al quarto d’ora, dopo una prolungata offensiva della formazione di Montella, mentre otto minuti dopo il portierone granata non si fa sorprendere sul tentativo da fuori di Sottil, preferendo respingere lateralmente, piuttosto che cercare una presa complicata.

Nel momento migliore della Fiorentina il Toro ha la fortuna e la bravura di trovare il raddoppio con Ansaldi, che conduce una ripartenza con grande intelligenza e, arrivato al limite, scarica una conclusione sulla quale Dragowski non è impaccabile, facendo scivolare il pallone in fondo alla rete. I cambi nel finale non cambiano la sostanza di una partita che scorre fino alla fine con la squadra ospite sempre in avanti, ma prima Ansaldi e poi Bremer si ergono a protagonisti, salvando gol quasi fatti, che avrebbero potuto rimettere in corsa i viola, che sul colpo di testa di Milenkovic trovano un Sirigu sempre attento.

Mentre iniziano i tre minuti di recupero una carambola tra Caceres e Ansaldi permette alla Fiorentina di ridurre le distanze e all’ultimo istante, sugli sviluppi di un calcio di punizione, per poco non arriva il clamoroso 2-2, con la conclusione da fuori di Chiesa, deviata da un difensore, che per poco non beffa Sirigu. La vittoria rilancia il toro, mentre adesso la panchina di Montella inizia a traballare pericolosamente, con il patron Commisso che nei giorni scorsi aveva tessuto le lodi di Ringhio Gattuso.

Torino – Fiorentina 2-1

Torino (3-4-2-1): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Bremer; De Silvestri (11’ Ola Aina), Baselli, Rincon, Ansaldi; Berenguer (13’ st Meite), Verdi (31’ st Laxalt); Zaza. All. Mazzarri

Fiorentina (4-3-1-2): Dragowski; Caceres, Milenkovic, Ceccherini, Dalbert; Benassi, Ghezzal (5’ st Sottil), Pulgar; Castrovilli; Chiesa, Vlahovic (33’ st Pedro). All. Montella

Arbitro: Giacomelli di Trieste

Reti: 21’ Zaza, st 27’ Ansaldi, 45’ Caceres

Ammoniti: Chiesa, Ola Aina, Baselli, Caceres, Rincon, Vlahovic, Izzo

Massimo De Marzi

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