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In Breve

| 17 febbraio 2020, 22:55

Questo Toro sa solo perdere

Sesta sconfitta consecutiva, tra campionato e Coppa Italia. Il Milan si impone grazie al gol di Rebic: impalpabile la squadra di Longo. E adesso c’è da avere paura di essere risucchiati in zona retrocessione

immagine tratta da torinofc.it

immagine tratta da torinofc.it

Prima con Mazzarri, adesso con Longo: questo Toro da un mese a questa parte sa solo perdere. Contro il Milan è arrivata la sesta sconfitta consecutiva, tra campionato e Coppa Italia.

I granata (per l’occasione in maglia bianca) a San Siro hanno fatto il solletico a Donnarumma, non chiamando ad una sola parata da portiere di serie A in 95 minuti di partita. Ha deciso a metà del primo tempo una rasoiata di Rebic, bravo ad anticipare un marmoreo Lyanco, dopo che un pallone perso da Berenguer aveva innescato la rapida ripartenza rossonera. Una situazione vista altre volte in questa gara, sia prima che dopo il gol, a conferma della paura che attanaglia molti giocatori. Questo Toro manca di idee, manca di qualità in mezzo al campo, ha ritrovato tra i titolari Ansaldi, ma dopo una lunga assenza l’ex interista ha dimostrato di essere ancora lontano da una condizione accettabile.

Il risultato è stata una manovra lenta, prevedibile, con nulla sul piano della velocità e della fantasia dagli esterni, con Edera (pupillo di Longo ai tempi della Primavera) impalpabile e Zaza altrettanto opaco nella mezz’ora giocata dall’ex bianconero. I cambi operati nel finale sono arrivati troppo tardi per cambiare il corso di una gara che un Milan, in debito di ossigeno nell’ultimo quarto d’ora, ha comunque controllato senza mai rischiare nulla, vista la pochezza del rivali. Se nella sfida di venti giorni fa in Coppa Italia il Toro era anadato vicino all’impresa, stavolta non è andato neppure ad un passo dal gol, confermando di essere una squadra gravemente malata. E all’orizzonte c’è una sfida delicatissima, domenica all’Olimpico contro un Parma che sogna l’Europa: non fare ancora punti vorrebbe davvero dire essere risucchiati nel gorgo della zona retrocessione, con conseguenze impensabili ad inizio stagione e la prospettiva di dover lottare con il contello tra i denti per difendere la categoria.

Ma molti dei giocatori di questo Toro, che sembrano indossare le ciabatte invece che gli scarpini, che giocano in punta di fioretto, quando servirebbe la sciabola, che non sembrano molto dotati di grinta e carattere, sapranno adeguarsi al clima rovente della lotta per non retrocedere?  Qui occorre cambiare registro alla svelta, anche se gli uomini a disposizione di Moreno Longo sono questi e non si può certo chiedere a lui di fare il miracolo di trasformare un gruppo di solisti in una squadra, avendo iniziato a lavorare con questi elementi solo da quindici giorni.

Cronaca. Per il posticipo di San Siro Longo cambia parzialmente volto al Toro: senza lo squalificato Izzo, in difesa torna Bremer accanto a Nkoulou, mentre Lyanco agisce sul centrodestra, De Silvestri e il ritrovato Ansaldi sono gli esterni di centrocampo, mentre Edera (alla prima da titolare in questa stagione) affianca Berenguer nel ruolo di incursore con il compito di assistere Belotti. Nel Milan, complice il forfait della mattina di Calhanoglu, torna titolare il brasiliano Paqueta, nel tridente offensivo con Castillejo e Rebic che agisce alle spalle di Ibra. L’avvio è tutto del Milan, che approfitta delle titubanze avversarie e di numerosi errori anche in fase di disimpegno. Non a caso, è proprio da una palla persa in uscita dal Toro che nasce la prima occasione, con il tiro di Bennacer da fuori deviato in corner prima che diventasse pericoloso per Sirigu.

Da un altro errore, stavolta di Lyanco, arriva la seconda chance rossonera, con Ibra lesto ad innescare Paqueta, che calcia forte dal limite, trovando la pronta risposta del solito Sirigu. Sul fronte offensivo la squadra di Longo è impalpabile, al di là di un paio di calci di punzione o di angoli conquistati, non arrivando mai a chiamare Donnarumma ad una parata degna di questo nome. Pur senza fare nulla di trascendentale, il Milan ha il controllo della gara e passa meritatamente al 25’, approfittando di un ennesima palla persa dal Toro, con Berenguer che protesta inutilmente per un (presunto) fallo subito: la squadra di Pioli orchestra un’azione veloce, il cross da destra di Castillejo è preciso, con Rebic che brucia a centro area Lyanco per firmare l’1-0 rossonero.

Chi si attende una risposta, almeno di orgoglio, da parte del Toro resta deluso, perché i granata continuano ad essere passivi e per loro fortuna neppure il Milan è particolarmente brillante, così in una gara priva di acuti ma zeppa di errori si va verso l’intervallo senza altre azioni significative. A pochi secondi dalla pausa il Milan perde per un problema muscolare Kajaer, che lascia il posto a Gabbia, mentre dall’ennesima palla persa in uscita, il Toro rischia di incassare il 2-0 su un’incursione di Bennacer, ma la difesa si salva in qualche modo in calcio d’angolo. L’avvio di ripresa è sulla stessa falsariga, con la sventola di Ibra che sibila a fil di traversa, a Sirigu battuto, portando la formazione di casa ad un passo dal raddoppio. Al 7’, invece, è Castillejo a mancare la seconda rete rossonera, perdendo l’attimo fuggente a due passi da Sirigu, prima di calciare malamente sull’esterno della rete.

Il Toro continua a fare il solletico alla difesa avversaria, se si escludono un paio di iniziative del folletto Berenguer, la manovra è lenta e prevedibile, in mezzo al campo difettano idee e qualità: un film già visto, purtroppo, tanto che la prima conclusione di Belotti, di testa, arriva solo sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Vedendo che la squadra non riesce mai a pungere e che Belotti è troppo isolato, poco dopo il quarto d’ora Longo decide di giocare la carta Zaza, che rileva un impalpabile Edera, con il Milan che risponde poco dopo sostituendo il deludente Paqueta con ‘Jack’ Bonaventura. Un colpo di testa di Ibra si spegne a lato e col passare dei minuti si spengono anche le velleità offensive del Milan, con molti giocatori che danno la sensazione di sentire la fatica dell’impegno di giovedì in Coppa Italia, ma il Toro fa davvero troppo poco per approfittarne, continuando a giocare su ritmi bassi e compassati.

Nel finale Bonaventura sfiora il 2-0 da fuori, Lyanco salva in corner su Ibra, che poco dopo calcia malamente in curva al termine di una ripartenza rossonera. E il Toro? E’ tutto in un tentativo quasi da metà campo di Ansaldi, che prova a sorprendere un Donnarumma fuori dai pali, ma la palla si perde a metri dalla porta rossonera. Per l’arrembaggio finale Longo si affida alla freschezza di Millico e alla fisicità di Ola Aina, che prendono il posto di Berenguer e Lyanco, me neppure nei tre minuti di recupero ordinati da Fabbri succede qualcosa. Il Toro perde ancora una volta e adesso sarà bene iniziare a guardarsi alle spalle, prima che sia troppo tardi.

Milan – Torino 1-0

Milan (4-2-3-1): Donnarumma; Calabria, Kjaer (44’ Gabbia), Romagnoli, Theo Hernandez; Kessie, Bennacer; Castillejo, Paquetà (23’ st Bonaventura), Rebic (42’ st Leao); Ibrahimovic. All. Pioli

Torino (3-4-2-1): Sirigu; Lyanco (39’ st Ola Aina), Nkoulou, Bremer; De Silvestri, Rincon, Lukic, Ansaldi; Edera (18’ st Zaza), Berenguer (39’ st Millico); Belotti. All. Longo 

Arbitro: Fabbri di Ravenna

Rete: 25’ Rebic

Ammoniti: Bennacer, Edera, Castillejo, Rincon, Ansaldi

Massimo De Marzi

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