Volley - 05 ottobre 2019, 17:10

Volley, Daniela Gobbo si racconta: tra campo e ufficio la capitana è sempre più un simbolo del CUS Torino

Abbiamo avuto il piacere di intervistare la capitana della squadra, Daniela Gobbo, che domani inizierà il suo settimo campionato in maglia cussina. Avversaria del CUS Torino sarà il Futura Volley Giovani Busto Arsizio, neo-promossa in serie A2.

Volley, Daniela Gobbo si racconta: tra campo e ufficio la capitana è sempre più un simbolo del CUS Torino

Capitani non lo si diventa per caso, mai. In qualsiasi sport il leader lo si riconosce subito da quel quid in più che ha e che lo differenzia da tutti gli altri. La sua indole è differente.

In questa breve descrizione si può sicuramente inserire di diritto anche Daniela Gobbo, la capitana del Barricalla CUS Torino Volley che domani si appresterà a iniziare la sua settima stagione in maglia cussina. Daniela ha una vita frenetica che da tre anni a questa parte la vede protagonista oltre che come atleta anche come responsabile di sezione, sempre all’interno del Centro Universitario Sportivo torinese.

Consapevolezza e spirito di sacrificio sono due qualità che sicuramente non le mancano e che la rendono un punto di riferimento per le sue compagne più giovani oltre che per tutte le atlete delle squadre giovanili. Sempre sorridente e solare, nelle vene di Daniela scorre sangue cussino al 100% e lo dimostra ogni volta che scende in campo.

Abbiamo avuto il piacere di incontrarla prima dell’inizio di questa nuova stagione di serie A2 e sono tante le tematiche che abbiamo voluto affrontare con lei.  

Ciao Daniela, settima stagione consecutiva al Centro Universitario Sportivo torinese. Quali sensazioni stai provando e, soprattutto, che cosa rappresenta per te il CUS Torino?
“Per me si tratta sicuramente di un traguardo molto importante. Sette anni in una società non sono affatto pochi, ma qui il tempo sembra passare molto veloce. L’ambiente sicuramente ha giocato un ruolo fondamentale durante tutte queste stagioni. Il CUS per me rappresenta prima di tutto una seconda casa e una seconda famiglia. Mi ha accolta sette anni fa, ma ancora oggi non smette di darmi attenzioni. Quando si entra all’interno di questa realtà diventa difficile, se non impossibile, andarsene. L’energia positiva che trasmette questa società è unica nel suo genere e io sono fiera di essere parte integrante di tutto ciò. Questo sarà il terzo anno che, oltre a giocare a pallavolo, svolgerò il ruolo di responsabile della sezione volley e continuo a stupirmi ogni giorno di più per tutte le iniziative che il nostro Presidente e tutti i nostri volontari mettono in piedi per fare crescere il nostro settore giovanile e, soprattutto, per avvicinare tutti gli amanti dello sport, universitari e non, a questa straordinaria polisportiva quale è il CUS Torino.”  

Passando al campo, finalmente si inizia. Primo match, domani pomeriggio contro una neo-promossa. Che gara vi attende?
“Dopo due anni consecutivi in serie A2 penso di aver capito le dinamiche di questo campionato. Si tratta di una competizione molto equilibrata e che spesso e volentieri riserva grandi sorprese. È già capitato, infatti, che squadre apparentemente favorite sulla carta non siano riuscite a trovare il giusto amalgama per raggiungere l’obiettivo prefissatosi. Da questa prima gara stagionale mi aspetto già un match tosto perché anche il Futura Volley Giovani Busto Arsizio, come noi, è una squadra molto giovane e ricca di entusiasmo. Sono sicura che ci giocheremo questa partita a viso aperto, come tutti gli altri incontri del campionato. Il nostro allenatore, come anche tutte noi, è dell’idea che lottando potremo giocarci tutte le nostre carte contro qualsiasi avversario. Siamo noi le padrone del nostro destino. Soltanto noi sappiamo quanto duro lavoro ci sia dietro la preparazione di un’intera stagione e di un singolo match. Ogni partita verrà affrontata con il coltello fra i denti, ne sono più che certa. Quella di domani sarà soltanto la prima battaglia di questo nuovo campionato.”  

Tante nuove giocatrici e, in più, un nuovo allenatore. Quest’ultimo come ti è sembrato sotto l’aspetto professionale e umano?
“Le nuove compagne sono tante quest’anno. Stiamo cercando, allenamento dopo allenamento, di trovare il giusto amalgama per fare rendere al meglio tutto il gruppo, prima del singolo. In palestra stiamo lavorando molto bene e lo spirito è sempre quello giusto e il merito è, anche e soprattutto, del nuovo allenatore. Chiappafreddo, senza nulla togliere al grande lavoro svolto da Marchiaro, ha portato una ventata di novità nell’ambiente cussino. Si respira un’aria estremamente positiva. Il nuovo coach si può considerare un vero e proprio portatore sano di entusiasmo, sotto tutti i punti di vista. Personalmente non ho mai avuto il piacere di essere guidata da un allenatore di un calibro così elevato e devo dire che da un punto di vista tecnico sono cresciuta molto in queste settimane di allenamenti. Anche sotto il profilo umano si è dimostrato una persona splendida in grado di trasmettere grande positività in tutto l’ambiente. È molto carismatico, è un vero e proprio trascinatore e al CUS serviva un allenatore con questa personalità, soprattutto con tante giocatrici così giovani. Sarà il nostro settimo uomo in campo, insieme al nostro straordinario pubblico.”  

Quella di quest’anno è una squadra molto giovane. Pensi che, alla lunga, questo fattore potrà rivelarsi un vantaggio o uno svantaggio?
“Io credo che la giovane età possa rappresentare sempre e soltanto un vantaggio. Non metto in dubbio che, inizialmente, potremmo trovarci un po’ in difficoltà, ma tutte le giovani che sono arrivate sono molto talentuose. Dopo un primo momento di assestamento, principalmente legato a una nuova categoria, la serie A2, che non hanno mai affrontato, sono sicura che mostreranno tutte le loro qualità. Inizialmente si tratterà soltanto di una questione legata all’acquisizione di una maggiore consapevolezza nei propri mezzi, niente di più. Da un punto di vista tecnico hanno già dimostrato di valere molto, anche perché in caso contrario non si sarebbero trovate a dover giocare nella seconda lega nazionale in questo momento.”  

Come si sono ambientate? Da capitano hai avuto il ruolo di collante tra “vecchia guardia” e nuove arrivate?
“Penso che si siano ambientate alla perfezione. Il nostro è, da sempre, un gruppo aperto ai nuovi arrivi e soprattutto molto accogliente. Ci si può sempre confrontare in maniera costruttiva e penso che questo sia un aspetto fondamentale nello sport moderno. Come ho già detto in precedenza la nostra squadra e più in generale il CUS Torino è una seconda famiglia dove ci si può anche confidare quando qualche aspetto sportivo o extra sportivo non va come si vorrebbe. Sicuramente il mio è un ruolo di unione tra i due gruppi, ma sin da subito si sono trovati i giusti equilibri. Le nostre nuove compagne, inizialmente, mi hanno presa come punto di riferimento, soprattutto fuori dal campo e io sto facendo e continuerò a fare del mio meglio per completare il loro processo di ambientamento a 360°. Posso dire che, per il momento, la strada intrapresa è quella giusta.”  

I tuoi tanti impegni come responsabile della sezione volley ti portano via molto tempo. Il tuo futuro lo vedi ancora in questa doppia veste?
“I miei impegni extra pallavolistici sono tanti. Il ruolo di responsabile di sezione, specialmente nella parte iniziale del campionato e in quella finale mi portano via tantissime energie, di conseguenza conciliare entrambe le attività non è affatto facile. Spesso mi capita di terminare l’allenamento e di dovermi recare a una riunione. Questo tipo di mansione mi impegna anche nei giorni liberi. Al momento mi trovo molto bene e spero che questa attività che sto svolgendo con le squadre giovanili possa essere notata anche al di fuori del CUS Torino. Il gruppo con cui lavoro è coeso ed è accomunato da un’importante unione di intenti. Vogliamo creare qualcosa di nuovo, di diverso, che possa mantenere sempre quel carattere di sport per tutti, di pallavolo per tutti, ma anche con l’obiettivo di creare una piccola nicchia in cui si possa da una parte essere riconosciuti all’esterno come società che lavora con la qualità e dall’altra si possano formare giocatrici destinate ad arrivare a militare nelle categorie nazionali e perché no anche in serie A. In più, se qualche squadra più blasonata dovesse attingere dal nostro bacino di giocatrici per portarle a un livello ancora più alto per tutta la sezione e per me in primis sarebbe prima di tutto un motivo d’orgoglio e un grande attestato di stima per il lavoro svolto. Non so ancora che cosa mi riserverà il futuro, ma sicuramente continuerò a sposare il progetto legato alle Giovanili perché sono sicura che con il passare degli anni potrà soltanto regalare tante soddisfazioni a tutto l’ambiente cussino. Ne sono certa. We are sport!”

Andrea Colella

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