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Calcio | 08 novembre 2019, 08:15

REFERTI E SQUALIFICHE - Alessandro Lerda (Rivoli): "Cinque giornate per cosa? Fatti mai accaduti"

Il difensore centrale rivolese, da sempre esemplare nei comportamenti in campo, si ritrova cinque giornate di stop: "Caduto dalle nuvole"

Alessandro Lerda (Rivoli)

Alessandro Lerda (Rivoli)

REFERTI E SQUALIFICHE - I CONTI NON TORNANO

E siamo alle solite. Cinque righe possono macchiare, graffiare o gettare dubbi sulla carriera di un giocatore, stimatissimo nel calcio piemontese, e in questo caso anche di un dirigente di un'azienda come Alessandro Lerda, ex pilastro dell'Alpignano (nella foto la Coppa Eccellenza da lui alzata contro il Casale a Novara qualche anno fa), difensore centrale ex Arenzano, Casale, Saluzzo e Cuneo in serie D con un passato anche nell'Olmo e nel Busca. Dopo un ottimo anno all'Atletico Torino oggi è in forza al Rivoli.

Come da copione il Giudice "esegue" e scrive la sua sentenza sul comunicato Lnd a fronte di un referto arbitrale top secret del quale nessuno conosce il contenuto e rispetto al quale nessuno può dire la sua (semplicemente perchè il recupero di informazioni tramite presidenti, dirigenti, società, giocatori non esiste) e nessuno quasi può opporsi (unica soluzione, il ricorso scritto).

Le parole fanno veramente male ad Alessandro Lerda. Cinque giornate di squalifica dopo Rivoli-RomentineseCerano 0-1 in Eccellenza A (nona giornata) per "...condotta  gravemente  irriguardosa  nei  confronti del  direttore  di  gara  al  termine  della  gara,  consistente nell'avergli  rivolto  insulti  ed espressioni  denigratorie  del suo operato mentre rientrava negli spogliatoi, nonché per essere entrato nello spogliatoio arbitrale senza autorizzazione colpendo con la porta l'arbitro". 

La versione di Lerda è ben diversa: "Sono deluso e amareggiato, come giocatore ma anche come uomo. Sì, perchè chi non sa come sono andate le cose legge il mio nome accostato a questi fatti mai accaduti e riportati in maniera assurda dall'arbitro. Questo dà fastidio e mi dispiace, anche perchè negli ultimi anni non ho mai preso una squalifica, non sono mai arrivato neanche alla quarta ammonizione e in più ho un ottimo rapporto con gli arbitri, li saluto sempre alla fine delle partite stringendo loro la mano e parlando con loro alle riunioni con le società. Trovo tutto ciò assurdo".

Continua Lerda: "Due sere fa stavo cenando ed è arrivata la mazzata improvvisamente. "Hai preso cinque giornate Alessandro...", mi ha detto mister Ligato per telefono. Per cosa? A fine partita ero talmente tranquillo che dopo essere andato nel tunnel sono andato a lavare le scarpe in completa serenità. Se avessi insultato qualcuno sarei stato ammonito o espulso in campo, invece non è successo niente di tutto ciò. Allora perchè viene riportato che ho esclamato espressioni denigratorie al rientro negli spogliatoi? Ho poi raggiunto lo spogliatoio della terna arbitrale per salutare arbitro e assistenti, come faccio sempre, ma il direttore di gara ha chiuso la porta pensando chissà che. E io l'ho aperta. Ripeto, l'ho aperta, ma non l'ho sbattuta colpendolo. Questa è una bugia incredibile, una situazione che non rispecchia la realtà e che sono pronto a smentire in tutti i modi, sperando intanto che il ricorso del Rivoli venga accettato. All'arbitro ho detto che questo suo comportamento mi lasciava molte perplessità, ma ero calmissimo, altrimenti non si spiegherebbe come potessi salutare subito dopo gli assistenti stringendoci la mano vicendevolmente". 

Infine: "Mi ritrovo oltre un mese di squalifica per non so che cosa. Quanto riportato non fa parte di me, del mio carattere e della mia personalità. Queste righe del Giudice sportivo, scritte a seguito del referto arbitrale, mi lasciano una macchia, anzi una ferita. Non è ammissibile che una situazione chiara e palese avvenuta sotto gli occhi di tutti, visto che lo spogliatoio dell'arbitro è vicinissimo a quello della nostra squadra, possa portare a quelle parole molto forti del comunicato. Sono un giocatore che è retrocesso con l'Alpignano dall'Eccellenza per un rigore inesistente contro l'Albese ai playout e che nonostante questo non si è scagliato contro l'arbitro, perchè evidentemente avrà visto in un altro modo. Insomma, ogni volta che finisce una partita sembra proprio che un giocatore debba farsi il segno della croce per sperare che il direttore di gara non abbia frainteso o ingigantito qualcosa, per sperare di non difendersi da una squalifica ingiusta che arriva qualche giorno dopo senza quasi non potersi difendere. Ora aspetterò l'esito del ricorso, ma io proprio non ci sto e sono pronto a difendermi in tutti i modi".

Allenatori come Gatta, Binandeh e Ligato conoscono bene le qualità umane, prima che calcistiche, di Alessandro Lerda, da sempre "capitano silenzioso", leader stimato in campo per carisma e personalità. Per loro, e per tantissimi colleghi giocatori di Lerda, la situazione descritta dal Giudice sportivo non può appartenere al solito esemplare comportamento del difensore centrale.

Michele Rizzitano

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