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In Breve

| 25 aprile 2020, 11:00

Valeria Roffino: "Pensare positivo per reagire al virus"

A tu per tu con la mezzofondista azzurra biellese. Dagli intoppi sul matrimonio alla capacità psicologica di reagire anche nell'ambito sportivo

Valeria Roffino: "Pensare positivo per reagire al virus"

“Ora non è il momento di pensare a quello che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che hai”. Questa citazione di Ernest Hemingway, condivisa da Valeria Roffino sui social, ben sintetizza il momento che sta vivendo l’atleta biellese delle Fiamme Azzurre. Maglia azzurra nel mezzofondo, sui cross e in pista, la piemontese avrebbe dovuto sposarsi una settimana fa, sabato 18 aprile, con il suo compagno Michele Fontana, portacolori dell’Aeronautica. Ma il COVID-19 ci ha mezzo lo zampino e così le nozze sono state rinviate. A quando ancora non si sa.


Un momento non proprio semplice dal punto di vista psicologico.

"Sto cercando di vivere alla giornata, sia nella vita quotidiana che in quella da sportiva. Difficile, per me che amo sempre programmare tutto. Ma non si può fare diversamente in questa situazione, anche perché ancora non si vede la luce in fondo al tunnel. I disagi oggi ci sono per tutti, sta a noi cercare di affrontarli e reagire".


Proprio alla luce delle difficoltà che stai affrontando tu, come cercheresti di motivare i ragazzi più giovani che in questa situazione rischiano di perdere la voglia di tornare sui campi di atletica?

"So che c’è questo rischio. Per noi atleti professionisti è più semplice perché è il nostro lavoro. Consiglierei loro di tenersi in forma perché aiuta la mente e consente di scaricare le tensioni. Li inviterei poi a concentrarsi sulle cose che tutti noi vorremmo fare quando l’emergenza finirà: sarà ancora più bello e potremmo goderci ancora di più i momenti insieme, i raduni gli allenamenti. Impegnarsi con questa prospettiva penso possa aiutare".


E tu come vivi questo momento dal punto di vista atletico?

"Per me le gare sono una motivazione fondamentale, quindi diventa ancora più difficile allenarsi senza un obiettivo. Ma la mia etica professionale e l’amore per il mio lavoro mi consentono di andare avanti. Sento sempre il mio tecnico Clelia Zola e insieme cerchiamo di mantenere il più possibile la forma fisica e il fiato. Mi concentro su quegli aspetti della preparazione che solitamente sono un po’ più trascurati: forza, mobilità, andature. Fino a qualche giorno fa correvo anche sul tapis roulant ma ora si è rotto e nessuno può venire a sistemarlo né possiamo comprarne un altro perché non ci sono negozi aperti. Così faccio un po’ di allunghi sul viale davanti casa che è giusto di 200 metri".


Il gruppo di allenamento è uno degli aspetti che ai ragazzi giovani manca di più forse della quotidianità pre-COVID.

"Manca tantissimo anche a me! Sono sempre stata fortunata perché il mio tecnico ha sempre avuto gruppi di atleti piuttosto numerosi, quindi mi sono sempre allenata sia coi più giovani che con i più grandi. Da quando è iniziato il lockdown ho dovuto sempre correre da sola, visto che prima che vietassero le corse nel raggio di 200 metri dalla propria abitazione, questa era l’unica modalità in cui era consentito. Questo è il classico esempio di qualcosa che nella normalità diamo per scontato ma che, quando poi ci viene tolto, ci rendiamo conto di quanto sia bello e importante".


Durante la quarantena hai compiuto 30 anni. Un compleanno importante, un traguardo che consente già un primo bilancio della tua carriera. Ci racconti la tua gara del cuore?

"Senza dubbio i momenti più belli sono legati al cross. Mi diverto nel fango, è la mia disciplina preferita, per me l’emblema dell’atletica. Ed è quella che mi ha regalato l’esordio in maglia azzurra nel 2006 sui prati di casa, al Campaccio, quando ero ancora allieva. Trovo che la corsa campestre ti consenta di sentire più vicino il tifo e l’affetto del pubblico che per me è importante, mi carica. Il mio percorso preferito è quello della Cinque Mulini di San Vittore Olona: è unico al mondo. In nessun’altra manifestazione si può correre passando attraverso edifici storici antichi, come i mulini appunto, è uno scenario impagabile. Mi porterò però sempre nel cuore i Campionati Europei di Cross di Lisbona del 2019. Volevo cancellare i Campionati di Tilburg del 2018, dove mi ero infortunata prima e durante la gara, e ci sono riuscita. È stata una bella rivincita  (undicesimo posto e prima classificata delle azzurre, ndr) e una bella soddisfazione".

C.S.

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