Calcio - 22 maggio 2020, 09:00

Nel calcio che sogna di ripartire, il Coronavirus vieta di protestare con l’arbitro

In quale sanzione sportiva incorrerà chi infrange le regole anti-contagio?

Nel calcio che sogna di ripartire, il Coronavirus vieta di protestare con l’arbitro

Talune volte il curioso rasenta il ridicolo.

Nel calcio che sogna di ripartire il 20 giugno prossimo ci sarà una norma – perlomeno sino a che ci si dovrà confrontare con il rischio contagio da Coronavirus – che prevede il divieto di protestare con

E’ uno dei paletti – certamente il più bislacco - previsti dal nuovo protocollo comportamentale che la Serie A prova a darsi pur di tornare a tutti i costi il campo verso la fine di giugno, sempre previo fondamentale “ok” del Ministro allo sport Spadafora e di tutto il governo.

Se si giocherà (cosa tutt’altro che scontata) lo si farà a porte chiuse, con massimo 300 persone presenti di cui solo 10 giornalisti.

Nessun contatto sarà consentito con gli arbitri prima dell’inizio e durante la gara – come detto - sarà interdetto protestare e avvicinarsi a meno di 1,5 metri.

Novità in vista anche per lo “sbarco” allo stadio: squadre e arbitri arriveranno a orari diversi mentre per la squadra di casa si raccomanda l’arrivo dei giocatori con le rispettive autovetture.

Negli spogliatoi – cui non avranno più accesso le telecamere - si dovrà cercare di utilizzare più stanze libere adiacenti possibile onde separare titolari, portieri e riserve. Anche l’ingrasso in campo delle squadre avverrà in momenti diversi e non più con l’accompagnamento dei bambini per evitare assembramenti. Ovviamente niente strette di mano nè foto di squadra.

La conferenza stampa di fine gara avverrà con domande via skype o whatsapp. Oltre alla misurazione delle temperatura corporea ed all’utilizzo di disinfettanti, sono previsti alimenti preparati e già confezionati, bottigliette d’acqua personalizzate, docce e spogliatoi a piccoli gruppi e con distanza minima di 2 metri. 

Walter Alberto

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